Dr. Salvatore Capobianco

Direttore della Struttura Dipartimentale

Centro di Riferimento Regionale

per la Retinopatia del Prematuro

presso l'Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli

 

 

                           

 

LA PREVENZIONE DELLA CECITA' IN ETA' INFANTILE

 

45 milioni di ciechi e 135 milioni di persone con gravi handicap visivi, di cui il 90% distribuiti nei Paesi in via di sviluppo: sono questi i numeri che debbono farci riflettere sull’importanza della prevenzione della cecità, anche perché una grossa fetta di questi handicap visivi è legata a problemi che insorgono in età prenatale o nei primissimi anni di vita.

Lo screening oculistico in età pediatrica assume, quindi, una notevole importanza permettendo di evidenziare patologie che passerebbero inosservate, in rapporto all'età dei piccoli pazienti.
Un intervento terapeutico precoce, nella cura di parecchie affezioni oculari, permette di evitare che l'eventuale patologia in atto possa provocare danni irreversibili sulla funzionalità visiva del piccolo, causandone la cecità. Proprio nei primissimi anni di vita si sviluppa, infatti, la funzione visiva ed è in questo periodo che vanno evidenziate e, per quanto possibile, rimosse le cause che possano turbare tale sviluppo.

La cecità ha un effetto devastante sul bambino, poiché dura tutta la vita ed influenza tutte le aree dello sviluppo. La visione è, infatti, l’organo di senso più importante per lo sviluppo generale e per la formazione del bambino. Al bambino cieco o ipovedente vengono a mancare una serie di fattori estremamente importanti per un normale apprendimento. La cecità ha delle conseguenze profonde anche sullo sviluppo motorio, tanto che le tappe fondamentali della maturazione risultano ritardate: i bambini vedenti alzano in genere la testa e si guardano intorno alla età di 12 settimane; i bambini ciechi invece sono infelici in questa posizione, e preferiscono stare sdraiati sulla schiena, determinando con ciò un ritardo nel controllo della testa e del tronco. La capacità di prendere un oggetto, di solito presente all’età di 5-6 mesi, è spesso ritardata fino ad l anno. Di dimensioni enormi è l’importanza sociale degli handicap visivi nell’infanzia in quanto il piccolo ipovedente sarà a carico della collettività per tutta la propria vita.

In ultimo, non va dimenticato che il compito dell'oftalmologo in ambiente pediatrico è ulteriormente complicato dalla mancata collaborazione del soggetto, per cui la diagnosi è posta esclusivamente sui dati obiettivi e sui risultati di eventuali esami strumentali praticati, se necessario, in narcosi.

Le cause eliminabili di cecità nell’infanzia nel mondo, ed in particolare nei paesi poco sviluppati comprendono la malnutrizione, in particolare la carenza di vitamine essenziali come la vitamina A, malattie infettive come il morbillo o la rosolia, infezioni contratte al momento del parto dai neonati, causate da banali batteri come il gonococco. Tutte queste cause sono responsabili di buona parte dei casi di cecità infantile che si registrano ogni anno nel mondo; un adeguato intervento preventivo potrebbe salvare dalla cecità una grossa percentuale di questi pazienti.

 

Tralasciando le problematiche della prevenzione della cecità infantile nei paesi poveri, in quelli più industrializzati le cause di cecità neonatale ed infantile hanno subito negli ultimi 50 anni un cambiamento radicale. Ciò nonostante le malattie oculari, causa di cecità, costituiscono ancora un gruppo vasto e complesso di affezioni.

Importante è il ruolo dell'ereditarietà del determinismo di tali malattie, ma anche cause fisiche (radiazioni), chimiche (farmaci), infettive (rosolia, ecc), possono provocare danni all'embrione con conseguenti alterazioni oculari isolate o associate ad altre malformazioni dell'organismo.

Le anomalie congenite possono essere classificate in due categorie: quelle primarie o genetiche nel senso stretto della parola legate ad alterazione del plasma germinale, e quelle secondarie o embriopatie dovute a fattori ambientali esplicanti la loro azione nociva sul prodotto del concepimento.

Probabilmente però il limite tra queste due categorie è molto relativo in quanto la maggioranza delle malformazioni congenite possono essere ritenute il prodotto dell'interazione tra fattori ereditari ed ambientali.

In ogni tipo di malformazione congenita, è importante un preciso inquadramento genetico-familiare onde poter calcolare l'eventuale rischio per una coppia di trovarsi di fronte ad un altro figlio malformato.

 

Una delle cause più frequenti di cecità nell'infanzia è la cataratta congenita, la sua incidenza è pari ad una ogni 2500 nascite e, nel 20% dei casi, è causa di cecità nell'infanzia. Si può rendersi manifesta ai genitori nel caso sia totale, come una macchia biancastra al centro della pupilla; a volte può fungere da campanello di allarme la deviazione dell'occhio malato; ma solo una visita oculistica accurata potrà evidenziare la presenza di opacità meno accentuate o che interessino la corticale posteriore.

Tra le cause responsabili di tale patologia ricordiamo la rosolia e la sifilide, se si manifestano nella madre entro il terzo mese di gravidanza. Opacità congenite del cristallino possono però essere presenti anche in sindromi particolari quali quella di Lowe o quella di Down o ancora essere espressione di disturbi del metabolismo del piccolo paziente (galattosemia). In ogni caso tali opacità, quando sono totali o interessano la capsula posteriore o il nucleo del cristallino, rappresentano un grosso ostacolo alla visione. L'asportazione chirurgica precoce del cristallino catarattoso e la sua sostituzione con una lente intraoculare o a contatto permettono un buon recupero della funzione visiva.

Altro capitolo importante nel grosso quadro delle malattie congenite dell'occhio è il glaucoma malformativo, esso si verifica con una frequenza pari ad un caso ogni 25.000 nascite. Dipende da un difetto dello sviluppo del segmento anteriore dell'occhio con alterazioni delle vie di drenaggio dell'acqueo e conseguente ipertono oculare. L'occhio del bambino non resiste all'aumento di pressione e si sfianca, assumendo, infine il caratteristico aspetto ad occhio di bue (buftalmo). A tale situazione si associano edema corneale ed atrofia del nervo ottico.

II piccolo presenta fotofobia, dolore e lacrimazione, segni questi importantissimi che ci possono indirizzare ad esami più specifici che ci permetteranno di escludere o di confermare un tale sospetto (tonometria, PEV).

In ogni caso se la diagnosi e la terapia (essenzialmente chirurgica) non sono stati precoci, particolarmente compromessa risulterà la funzione visiva del paziente.

Tra le cause di cecità nell'infanzia non vanno dimenticati i tumori del bulbo e dell'orbita; tra questi il retinoblastoma (un caso ogni 30.000 nascite) è caratterizzato dal fatto di avere una tendenza ereditaria. Tumore altamente maligno, se non diagnosticato precocemente, può provocare metastasi che rendono infausta la prognosi anche quoad vitam. Attualmente è possibile una diagnosi precoce grazie all'ausilio di particolari metodiche quali l'ecografia.

La retinopatia del prematuro (retinopathy of prematurity o ROP) è un'affezione vascolare retinica multifattoriale che si sviluppa nei bambini di basso peso alla nascita ( < 1.500 gr.)  e di bassa età gestazionale(< 30 settimane).

Descritta per la prima volta soltanto 55 anni fa, ha acquisito rapidamente il primo posto fra le cause di cecità nei bambini, nei paesi più ricchi. Sebbene i dati epidemiologici non siano univoci, circa il 50% dei neonati con peso alla nascita inferiore ai 1.250 gr. presenterebbe una ROP, seppure solo al I stadio. La malattia, infatti evolve da un I fino ad un V stadio progressivamente ingravescenti.

E’ un'affezione vascolare-retinica multifattoriale  legata ad uno sviluppo anomalo dei vasi sanguigni della retina ed alla conseguente formazione di tessuto cicatriziale all’interno dell’occhio.

I vasi sanguigni che portano nutrimento alla retina costituiscono una delle strutture oculari che nell’embriogenesi maturano per ultime, completando la loro crescita al termine della gravidanza (circa verso la 40° settimana).

L’esperienza clinica ha dimostrato che, per evitare la cecità del neonato, si deve cercare di non fare evolvere la ROP verso la sua forma cicatriziale (distacco di retina), ma che la si deve bloccare, per quanto possibile, nei suoi primi stadi, il che richiede un follow-up precoce, preciso e costante di tutti i piccoli prematuri, fino al raggiungimento della completa maturità retinica.

A tale scopo i piccoli a rischio devono essere spesso  sottoposti, prima e dopo l’eventuale intervento, ad esami ultraspecialistici (PEV, ERG, ecografia oculare) indispensabili per la valutazione della patologia in oggetto.

Nel caso la ROP raggiunga il cosiddetto “stadio soglia”, essa va trattata, senza indugio, chirurgicamente, in un ambiente oculistico pediatrico superspecializzato ed attrezzato,  che garantisca oltre all’intervento di crioterapia, anche un’adeguata assistenza pre, intra e post-operatoria, da parte di neonatologi ed anestesisti-rianimatori.

Le direttive attuali indicano che, allo scopo di prevenire handicaps visivi, gli ex-prematuri vanno seguiti costantemente dall’oculista, almeno fino all’età scolare, in quanto, più degli altri bambini, possono presentare difetti di refrazione, ambliopia e strabismo.

Tra i fenomeni infettivi capaci di indurre nel corso della gravidanza alterazioni dell'apparato oculare del feto, oltre alla rosolia ed alla sifilide, non va dimenticata la toxoplasmosi, possibile causa di corioretiniti fetali, cataratta congenita e microftalmo. Tale malattia, relativamente frequente nelle nostre regioni, può a volte manifestarsi anche a distanza di anni dalla nascita, se il parassita si è annidato, sotto forma di spora, nel tessuto retinico.

Nella patogenesi di alcune forme di cecità infantile, una certa importanza ha anche la modalità del parto, in quanto eventuali episodi di asfissia neonatale possono provocare facilmente lesioni a carico delle vie ottiche o dei centri nervosi deputati alla visione.

Un ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, nel determinismo di handicaps visivi nell'infanzia, è l'ambliopia. Con tale termine si definisce un deficit visivo in assenza di alterazioni anatomo-patologiche delle membrane oculari o sproporzionato ad esse. Tra le cause dell'ambliopia le più frequenti sono lo strabismo, la fissazione eccentrica, i difetti di refrazione di notevole grado, e l'aniseiconia. Anche in questo caso è fondamentale una diagnosi precoce, quando le possibilità di recupero dell’occhio ambliopico mediante apposita terapia decrescono in maniera proporzionale all'età del soggetto.

Da quanto esposto finora, si evince l'importanza di uno screening oculistico precoce e di massa, che permetta una diagnosi tempestiva di eventuali malattie oculari, in quanto questa appare l'unica possibilità di recupero di fronte a parecchie patologie.

Tale follow-up oculistico pediatrico riveste anche un'importanza sociale enorme.

Tale screening andrebbe attuato con:

 

Lo screening oculistico del neonato

Il Dottore Salvatore Capobianco, Specialista Oculista per bambini e neonati, lavora presso l'Ospedale pediatrico Santobono di Napoli, in stretta collaborazione con i neonatologi ed i pediatri della Regione Campania

Si occupa  della cura dell' occhio bambino e del neonato.

Tra le patologie oculistiche più frequenti nel bambino ricordiamo lo strabismo, la dacriocistite (canaletto otturato), il calazio, i difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) che spesso provocano mal di testa, l'ambliopia (occhio pigro).

 

Per contatti: dr. Salvatore Capobianco

Telefono: 081 68 27 87
 
Cellulare: 338 644 11 53

Fax: 081 214 35 02

Indirizzo studio:

Viale Villa Santa Maria, 14 - 80122 Napoli  

(traversa del Corso Vittorio Emanuele,

nei pressi della Stazione F.F.S.S. di Mergellina)

Posta elettronica: skcapo@tin.it

Home Page


Tali pagine sono state create, solo a scopo didattico, per fornire notizie sulla fisiopatologia dell'occhio del bambino.

Esse non possono e non debbono essere utilizzate per formulare una diagnosi. Questa può essere ottenuta solo consultando un medico specialista.

Questo sito è stato realizzato dal dott. Salvatore Capobianco, senza sponsorizzazioni o finanziamenti da parte di Enti o di Aziende Commerciali.